Psicosomatica e somatizzazione, significato e Psicoterapia: Malattia come opportunità

Psiche e Soma

Se vuoi capire un po’ più cosa sia la somatizzazione, la psicosomatica e quali malattie hanno componenti psicologiche, ti trovi nel posto giusto. L’articolo non è breve ma cerca di essere completo e quindi ti richiede di rallentare un pochino. Considera che il solo rallentare spesso scioglie parte delle fatiche legate alla somatizzazione. Dopo aver descritto questa espressione psicofisica dell’anima, cercherò di spiegare quali terapie sono utili e la funzione della psicoterapia. Come scrivo più avanti teniamo presente un presupposto… La rilettura biologica e simbolica di ogni parte del corpo ci darà spunti sui bisogni e emozioni presenti sul piano psicologico. Qui vi darò lumi e qualche esempio in coda all’articolo.

Premessa

Una piccola premessa la farei sul dualismo mente-corpo che è presente da millenni o per lo meno da quando collochiamo la nascita e le origini della coscienza. La Psicologia forse nasce proprio in funzione di questo dualismo e buona parte della Psicoterapia oggi si occupa del rapporto e del dialogo tra questi, tra la mente e il corpo. Dunque potremmo definire la Psiche come l’insieme delle emozioni, dei bisogni, dei comportamenti e dei pensieri di un individuo, mentre, con Soma ci riferiremo al corpo, a tutto ciò che ha a che fare con le sensazioni, siano esse legate a stimoli esterni (un pizzico) oppure a stimoli interni (bruciore di stomaco).

Differenza tra sensazioni ed emozioni

Mi sembra chiaro che un dualismo tira l’altro e che a Psiche e Soma si affiancano sensazioni ed emozioni. Stiamo semplificando ma qui ci è utile, quindi, definendo come sensazione ogni variazione nei recettori del corpo, con emozione ci riferiremo, invece, a ciò che etimologicamente la parola indica (Ex + Movere, muovere fuori, portare all’azione) insomma l’emozione è, sempre semplificando, il senso che diamo a una sensazione e la motivazione che ne consegue e che conduce all’azione.

Un’emozione che si reitera, che viene ripetutamente sperimentata assurge a sentimento ossia a quello stato dell’umore che è meno pronunciato dell’emozione ma è costante e strutturale del nostro vivere.

Le sensazioni non sono psicosomatiche

Tirando le somme, ognuno di noi vive delle sensazioni somatiche, ossia avverte sollecitazioni della cute, del fegato, del cuore dovute a stimoli esterni oppure a processi organici interni. Tecnicamente anche queste sensazioni sono somatizzazioni nel senso che ogni sensazione è un’attivazione dei recettori del soma, del corpo. Ma non possiamo usare questa come una definizione della parola somatizzazione. Infatti con somatizzazione ci riferiamo comunemente a sensazioni vissute dal corpo senza che vi sia nessuno stimolo meccanico corrispondente, ci riferiamo, cioè, a sensazioni o risposte organiche anche sistemiche, che si presentano come conseguenza di uno stato psicologico. In questo senso le emozioni sono sempre somatizzazioni.

Somatizzazione e psicosomatica: definizioni dsm wiki ecc

Cerchiamo ora di fare ordine e chiarire cosa viene definito dalla medicina e dalla psicologia clinica il disturbo somatico. 

Esiste il DSM V, ossia il manuale diagnostico per i disturbi psicologici e psichiatrici che elenca una serie di disturbi riconducibili alla somatizzazione. Pur non essendo lo strumento che prediligo, pur chiarendo che una diagnosi rischia sempre di diventare una prigione, direi che per capire sistematicamente di cosa stiamo parlando, la sezione “Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati” ci aiuterà molto . Lì troveremo dunque:

  • Disturbo da sintomi somatici
  • Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati senza specificazione
  • Disturbo da ansia di malattia
  • Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali)
  • Disturbo fittizio

La lista potrebbe essere più lunga ma nella sua completezza sarebbe utile al clinico ma meno a tutti noi comuni mortali. Prima di descriverli rapidamente, direi che il tratto che distingue colui che tende a sviluppare disturbi di tipo psicosomatico, non è tanto la presenza di sintomi sul soma (aspetto questo presente in tutti noi) quanto il modo in cui vengono presentati e interpretati dal paziente. Questo ci riconduce a un aspetto fondamentale ossia che la psicoterapia non si occupa tanto dei sintomi quanto di come li raccontiamo e di come ci inducono a narrare la nostra esistenza. La parola “Somatizzare”, dunque, si riferisce al modo con cui conviviamo con le nostre sensazioni, piuttosto che all’avere quelle sensazioni. Se ogni tanto ci balla la palpebra potremmo essere sereni e cercare di riposare un po’ o ridurre gli impegni; oppure potremmo avere un attacco d’ansia e fare analisi per escludere qualche patologia; oppure potremmo buttarci giù e chiuderci in camera a dormire. Insomma la nostra vita va protetta dal racconto che ne facciamo.

In generale il primo e il secondo disturbo si somigliano.

Si tratta di una pervasiva preoccupazione di avere una malattia. Ma mentre nei disturbi somatici vi è anche una sintomatologia che induce a questi pensieri, nell’ansia da malattia questa modalità di pensiero che condiziona la qualità del proprio vivere è presente anche in assenza di sintomi somatici. La presenza di sintomi fisici specifici o aspecifici che compromettono significativamente la qualità della nostra giornata è comunque una conseguenza dell’ansia da malattia. Insomma nel primo caso i sintomi psicologici somatizzati generano ansia, nel secondo caso sono generati dall’ansia. In verità le due condizioni si intersecano in continuazione e sarà difficile incontrare un disturbo che risponda così bene a questa distinzione medica. Ansia e somatizzazione vanno sempre a braccetto.

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Sintomo specifico o aspecifico?

Qui mi soffermerei su un fatto ossia che più il sintomo si mostra aspecifico, generico e diffuso e più è in grado di alimentare l’immaginazione del paziente. Inoltre più è aspecifico e più è difficile lavorarci in terapia. La terapia a volte progredisce proprio perché un sintomo da aspecifico diventa specifico. Si affiancano ai sintomi preoccupazioni invadenti e invasive sulle possibili malattie correlate.

Chi somatizza non sta fingendo

Questo è un aspetto importante. Il fatto che l’origine della tensione muscolare, della diarrea, del reflusso o di qualsiasi altra espressione somatica, sia di natura psicologica non significa che sia inventato o immaginario. Almeno non è inventato come non lo è qualsiasi altra emozione che proviamo. Ora mi sembra chiaro che facilmente si finisca per etichettare come ipocondriaco l’individuo con questi disturbi e liquidarlo. Eppure deve essere chiaro che non ci sono sintomi inventati ne autoindotti. Coloro che si trovano con questo stato psicologico soffrono realmente e non pianificano nessun sintomo. Anzi sono piuttosto meravigliati del fatto che spuntino sintomi del tutto inaspettati.

Disturbo di conversione

Il disturbo di conversione un tempo veniva incluso nell’Isteria. Si proprio quella di cui parlava Freud. Si tratta della manifestazione somatica di un deficit, ad esempio gambe paralizzate o semiparalizzate, che non ha nessuna causa organica e che risulta in modo ragionevole come conseguenza di uno stato psicologico.

Disturbo fittizio

Nel caso in cui una persona si induca un danno fisico o simuli una menomazione con finalità ingannevoli ma senza che vi sia ottenimento di alcun vantaggio, allora siamo di fronte al disturbo fittizio. Come quando fingevamo mal di pancia per non andare a scuola ma senza che dobbiamo andare a scuola. In questo caso si insegue semplicemente la condizione di malato.

Riassumendo sulla somatizzazione e sui disturbi somatici

Tutte queste piccole categorie, a cui dovremmo aggiungerne altre, poco ci dicono su una questione molto più evidente, ossia sul fatto che quando il soma parla significa che la psiche non ha trovato o non è riuscita a trovare le parole. Dunque, più banalmente, la psicosomatica e disturbi somatici comprendono tutte quelle condizioni in cui il corpo parla e esprime un vissuto emotivamente denso di un individuo. Anche nel disturbo fittizio avviene lo stesso meccanismo ma su base intenzionale. Dunque la psicologia psicosomatica è la materia che studia le corrispondenze tra un’espressione somatica e il suo corrispettivo psicologico.

“Il corpo è il palcoscenico degli eventi psicologici inconsci” (Dahlke, “Malattia come simbolo” Clicca qui per esplorare il libro)

Somatizzazione e psicosomatica: Terapie e psicoterapie

Un’emozione che si reitera, che viene ripetutamente sperimentata assurge a sentimento ossia a quello stato dell’umore che è meno pronunciato dell’emozione ma è costante e strutturale del nostro vivere.

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Dizionari simbolici nella psicoterapia

Oltre al già citato Rudiger Dahlke, possiamo trovare molti spunti in tutta la medicina cinese che rimanda all’agopuntura, ma anche in molte altre discipline di meditazione. Gli elementi simbolici connessi ad ogni singola parte del corpo, ad ogni singolo organo, potranno poi essere messi in connessione con quelli relativi alla funzionalità biologica di quello stesso organo. Allora, facendo esempi molto semplificati, una tachicardia porterà a porre l’attenzione sulla sfera emotiva e sentimentale a cui in genere si riconduce la funzione del cuore. Ma, al tempo stesso, porrà l’attenzione sul rapporto che il paziente ha con lo sforzo fisico e psichico generalmente vissuto in modo conflittuale. Il cuore ti porta dove hai paura di andare. Oppure Problemi e fantasie con i capelli ci rimanderanno al simbolismo della capigliatura e alla forza identitaria che portano con se. Caviglie  ginocchia, pancreas, pelle ecc. La rilettura biologica e simbolica di ogni parte del corpo ci darà spunti sui bisogni e emozioni presenti sul piano psicologico.

Psicofarmaci e somatizzazione

La Psicologia non deve però essere arrogante. Non può arrogarsi il diritto unico alla diagnosi. Sarebbe presuntuoso ma soprattutto pericoloso escludere il consulto medico a fronte di qualsiasi espressione del corpo, se questa induce a dubbi sulla propria salute. Una volta escluse questioni mediche di sorta potremmo concentrarci su le componenti psicologiche. Anche se gli esami medici dovessero riscontrare una qualche patologia, potremmo comunque promuovere la salute del corpo esplorandone le componenti psichiche. Tanto più se non vi sono ne patologie o se in presenza di sintomi non se ne trovino cause efficienti e sufficienti.

La psicoterapia nell’approccio psicosomatico

Date le premesse fin qui esposte, direi che il corpo parla e invia messaggi quando l’anima è confusa. E non spende tempo a spedire messaggi ovvi. Sia chiaro che la Psicoterapia ha come scopo primario quello di tradurre in parole il mondo emotivo e psicologico. Tale traduzione consente di sostituire il linguaggio all’azione. Se il nostro vocabolario è ampio, se le nostre competenze linguistiche sono eccellenti allora i gesti serviranno sempre meno e sempre meno dovremo usare le mani per spiegarci. In tal modo anche la violenza fisica risente della capacità di parlare. Anche il corpo somatizzerà meno poiché non sara deputato a esprimere quello che le parole non sanno spiegare.

Qualche esempio per congedarci

Quanlche esempio poptrebbe risultare nutriente ed esemplificativo. Fortunato chi trova il suo ma per tutti esistono i testi citati oppura una buona psicoterapia. Allora se siamo colpiti da cefalee con o senza aura potremmo chiederci qualcosa del tipo “perché siamo così cerebrali?”. Si potrebbe essere in uno sbilanciamento in una posizione di intellettualismo apollineo, oppure, come nel mito in cui dalla testa di Zeus nasce Atena dea della guerra strategica, ci troviamo di fronte a una psiche che esige di contenere impulsività e aggressività in luogo di determinazione e strategia. Un problema alla laringe avrebbe una corrispondenza con la voce e la capacità di comunicare.

Ma ancora, un problema al seno potrebbe avere le sue corrispondenze con la funzione materna o, più in generale, con la capacità del paziente di essere protettivo e nutriente verso se stesso o verso il mondo. Ma sempre il seno potrebbe avere una componente sessualizzata. Il fegato ci rinvierebbe alla capacità di digestione o meglio ai rodimenti. L’apparato gastrointestinale ci dovrebbe interrogare su ciò che resta indigesto o indigerito nella nostra vita. Le Ginocchia ci suggerirebbero di riflettere sulla nostra flessibilità oppure rinvierebbero all’etimo della parola e dunque alla nascita di qualcosa. E le caviglie sulla capacità di cambiare direzione… Lo so è una semplificazione ma questo è il modo in cui il corpo ci sta insegnando a parlare. E la psicoterpia è il luogo in cui ampliare il proprio vocabolario.

Dott. Luca Urbano Blasetti

Psicologo Psicoterapeuta

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